(mb) Nei giorni scorsi, complice un referendum orientativo promosso dall’infaticabile autonomista dolomitico Emilio Talmon, si è fatto un gran parlare dell’ennesima richiesta della valle di Fassa di passare dalla Provincia autonoma di Trento a quella di Bolzano.
Una rivendicazione non nuova, tanto che ancora nel 1901 la trattativa per la concessione dell’Autonomia al Tirolo di lingua italiana, presentata in Parlamento dal deputato Brugnara (e appoggiata dai colleghi Kathrein e von Grabmayr), si arenò proprio sulla contesa della valle di Fassa: Bolzano da una parte e Trento dall'altra.
Richieste disattese di riunificazione del mondo ladino emersero anche nell'immediato dopoguerra. L'accordo Degasperi – Gruber non riconobbe infatti alcuna autonomia a queste popolazioni che rimasero dunque molto critiche nei confronti del trattato.
Oggi i termini della questione non sono cambiati: la valle di Fassa torna a invocare il passaggio alla provincia di Bolzano e lo fa sostenendo che a Trento c’è poca attenzione nei confronti di una valle che produce una parte consistente del PIL provinciale, ma che riceve ancora poco in termini di infrastrutture come strade, ciclabili, piscina, oltre che di servizi essenziali alla persona.
Senza entrare nel merito delle rivendicazioni, va detto che il tema del secessionismo “interno” ai confini provinciali non è nuovo nella nostra regione e torna periodicamente alla ribalta.
Richieste analoghe a quelle dei ladini di Fassa arrivarono infatti oltre mezzo secolo fa anche dalla valle di Non e in particolare dell'Alta Anaunia (terra che pure rivendica la sua ladinità).
Nella primavera del 1973, con il linguaggio tipico di quei tempi, un gruppo di personalità della valle chiese ai vertici della Provincia di Trento un riconoscimento formale della propria identità e della propria autonomia amministrativa (come testimonia la prima pagina del quotidiano Alto Adige del 20 marzo 1973). Sullo sfondo però, anche in questo caso, c'era la prospettiva non tanto celata di staccarsi da Trento per approdare alla Provincia di Bolzano. Poi non se ne fece nulla.
Come si può notare, la storia si ripete e molto si potrebbe scrivere e disquisire sulla ragione di queste richieste. Ma per adesso ci fermiamo qui.