Forse non tutti sanno che Yanush Musah, oltre ad essere uno dei migliori calciatori al mondo, vanta un record che valica l’aspetto meramente sportivo.
Il forte centrocampista possiede infatti ben quattro passaporti: Stati Uniti, Gran Bretagna, Ghana e Italia. Questo significa che potrebbe giocare indistintamente nell’una o nell’altra nazionale, a seconda delle necessità (o della convenienza).
Musah, ghanese nato negli Usa, cresciuto in Italia e successivamente trasferitosi in Gran Bretagna, rappresenta certamente una eccezione nel panorama calcistico globale.
Ma ampliando la ricerca ad altre discipline sportive, è facile scoprire che sono centinaia gli atleti al mondo che possono vantare doppia o tripla cittadinanza. E non sono un’eccezione.
Secondo i dati Eurostat, in Europa vengono concesse ogni anno circa 700 mila nuove cittadinanze: solo nel 2019 ad esempio ben 1.800 cittadini italiani hanno beneficiato del secondo passaporto di un paese dell’Unione europea. E nel mondo intero sono ben quattro milioni gli italiani che hanno conservato la cittadinanza di origine oltre a quella nel Paese di residenza. Anche questo è un segno dei tempi, un segnale che va letto positivamente e con grande attenzione: ovvero che la doppia cittadinanza sarà uno degli elementi caratterizzanti e forse discriminanti delle società del futuro. E non riguarderà solo i discendenti di immigrati in Italia o di emigrati italiani all’estero costretti a cambiare Patria per fame o motivi economici, ma anche facoltosi personaggi dello sport, della cultura e dell’economia che avranno la fortuna di trascorrere lunghi periodi all’estero per studio o per lavoro.
L'Italia sarà insomma destinata a diventare sempre più multilinguistica e multiculturale, trasformandosi nel tempo in una “comunità di persone” che aspirano ai medesimi interessi economici, sociali e culturali, ma con un importante distinguo fra chi potrà beneficiare di una sola cittadinanza e chi invece potrà disporne di due o tre.
Rapportato alla realtà locale, questo significa che il nostro territorio trentino / tirolese, terra di transito e di confine ma anche di scambi economici e culturali, sarà più esposto di altri a questo probabile e inevitabile processo storico. Ecco allora che l’Euregio potrebbe svolgere un ruolo importantissimo nella costruzione di questa nuova idea di Europa, basata sul moderno concetto di transnazionalità e cittadinanza plurima.
Un’idea che certamente non è nuova (ne parlava oltre cento anni fa il pacifista austriaco Alfred Hermann Fried), ma che appare ogni giorno sempre più indispensabile per garantire una pace stabile e una maggiore competitività dei nostri territori. Per altro verso, anche gli Stati nazionali potrebbero dare il loro contributo, concedendo finalmente la doppia cittadinanza italiana e austriaca a tutti gli abitanti dell’Euregio che ne facciano richiesta e siano in possesso dei requisiti richiesti per accedere a questa possibilità (si tratterebbe ovviamente di verificare ed aggiornare le questioni burocratiche e gli assetti costituzionali dei singoli Paesi).
Oltre a rimediare ai guasti del nazionalismo e ricomporre un antico quadro storico, questa concessione potrebbe quindi rappresentare un nuovo passo verso la piena cittadinanza europea e una occasione unica per dare impulso ad una Europa che guarda al proprio futuro senza paure e senza i limiti imposti dagli irredentismi e nazionalismi di oltre un secolo fa.
La vicenda di Musah e di molti giocatori che militano nei vari campionati europei sia di insegnamento: nonostante il progredire di culture sovraniste e nazionaliste, il futuro delle prossime generazioni sarà sempre più multiculturale e multilinguistico. E forse la doppia o tripla cittadinanza non sarà più una eccezione, ma una regola largamente praticata nelle più avanzate democrazie nel mondo.